sabato 23 luglio 2011

PAPA, GLI AVVOCATI CHIEDONO LA SCARCERAZIONE. OGGI INTERROGATORIO DI GARANZIA



Otto ore e trenta minuti.
Tanto e' durato il faccia faccia tra Alfonso Papa, il Gip Luigi Giordano che ne ha ordinato l'arresto e i pm della Procura di Napoli che indagano sull'inchiesta ribattezzata P4. Il parlamentare assistito dai suoi legali "ha risposto a tutte le domande". Soddisfatti gli avvocati Giuseppe D'Alise e Carlo di Casola che hanno presentato un'istanza di scarcerazione o, in subordine, la detenzione ai domiciliari per carenza di esigenze cautelari, sulla quale il Gip si dovra' pronunciare entro cinque giorni. Il parere dell'accusa e' invece atteso per l'inizio della prossima settimana.

VILLARI, VOGLIO SEDE DISTACCATA MIO MINISTERO IN CAMPANIA



'Ho deciso di applicare lo stesso metodo ad un'area delicata e ricca come il mezzogiorno: pertanto, ho dato mandato ai tecnici di approntare in tempi brevissimi una sede distaccata del ministero che rappresento, in Campania. Dopo una rapida ricognizione si e' deciso di puntare o al Palazzo Reale di Napoli o a Castel dell'Ovo. In questi locali saranno in maniera inequivocabile visibili il tricolore, la fotografia del residente della Repubblica ed una copia della Costituzione'. Usa l'ironia il sottosegretario ai Beni Culturali Riccardo Villari per commentare il traferimento a Monza di alcuni ministeri.

venerdì 22 luglio 2011

CASINI LA BANDERUOLA. BERLUSCONI GLI INVIA UN BIGLIETTO...


Dopo 28 anni in parlamento ora l’ex presidente della Camera si scopre giustizialista e s’improvvisa fustigatore della Casta. Il giallo sul biglietto: dopo il voto sull'arresto di Papa il Cav gli avrebbe inviato un messaggio: fai schifo
Roma - «E il segretario del Ccd, Pier Ferdinando Casini, lascia aperte le porte a tutte le ipotesi». Così si legge in una cronaca di Repubblica del 1996 sull’amnistia per Mani Pulite. Una piccola frase che centra in pieno il rapporto di Casini con la giustizia in questi quasi trent’anni di parlamento. Lasciare aperte le porte a tutte le ipotesi può significare buon senso ma anche opportunismo, scaltrezza e ondivaghismo. Un comportamento da bravo democristiano, insomma: sì all’amnistia per Mani Pulite, forse, no, vediamo. Casini all’epoca dichiarava: «Tecnicamente le soluzioni sono diverse, ma quello che importa è non rassegnarsi a questo clima di veleni».

VIA LIBERA ALLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE.



Dopo tre ore di Consiglio dei ministri è stato dato il via libera al disegno di legge costituzionale a firma Calderoli che prevede la riduzione del numero dei parlamentari, il Senato federale e la soppressione della Circoscrizione Estero, nonché maggiori poteri al premier. Il Cav: "Il 4 settembre il varo definitivo"

giovedì 21 luglio 2011

BOSSI RINVIA CHIARIMENTO,NELLA LEGA SI PENSA A DOPO-BERLUSCONI


La Lega ormai pensa al dopo-Berlusconi.
All'indomani del via libera all'arresto di Alfonso Papa, che ha segnato la 'vittoria' di Maroni e dei maroniani, nel Carroccio si fanno i conti con gli equilibri interni al partito. Ma si guarda anche al futuro dell'alleanza con il Pdl. Anche se il titolare del Viminale oggi tiene a precisare che "c'e' la guida salda di Umberto Bossi e tutto il resto sono ricostruzioni fantasiose". Ma Maroni non ha fretta. I maroniani spiegano infatti che nessuno vuole 'uccidere' Bossi. Lui resta il leader e la 'pancia' del popolo padano. Ma alle prossime elezioni un cambio di passo sara' necessario. Il ministro dell'Interno si gode per il momento il suo primo successo, dopo che ieri ha avuto tutta la 'scena' per se' (Bossi era assente) e si prepara ad incassare la seconda vittoria: secondo quanto riferiscono alcuni deputati leghisti, nei prossimi giorni potrebbe esserci un'accelerazione per la sostituzione del capogruppo della Lega alla Camera.

CASINI, DA DEMOCRISTIANO A CLONE DI PIETRO IN NOME DELL'ANTIBERLUSCONISMO. CHE DELUSIONE!



Tra le ambizioni di Alfano, spicca quella di avviare una costituente popolare per fare convergere su un unico progetto politico, in sintonia con il Ppe, i partiti che hanno lo stesso riferimento politico in Europa. In pratica, e' il tentativo del Pdl di recuperare come alleato l'Udc di Pierferdinando Casini. Ma dopo il voto su Papa anche questa impresa si e' fatta difficile. Di fatto, votando per l'arresto, il leader dell'Udc ha rinnegato il garantismo che per piu' di 60 anni e' stato un punto fermo tra i valori della vecchia Dc. Una scelta che pesera' non poco sul futuro di Casini, e ne ridisegna in peggio il profilo politico.

PDL-LEGA, ALLEANZA ALLA PROVA. OGGI INCONTRO ALFANO-CALDEROLI



Vertice Pdl-Lega oggi pomeriggio, in via dell'Umilta'. Il segretario Angelino Alfano ha incontrato il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, alla presenza dei coordinatori nazionali del partito, Denis Verdini e Ignazio La Russa, i capigruppo Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto e i vice Massimo Corsaro e Gaetano Quagliariello. Sul tavolo innanzitutto il ddl di riforma costituzionale che la Lega presentera' domani al Cdm. A quanto si apprende da fonti della maggioranza, il clima non e' stato cosi' disteso. Lo stato maggiore pidiellino avrebbe fatto notare che la riforma va scritta insieme e non intende giocare un ruolo secondario sui temi che piu' gli stanno a cuore, a cominciare da quello sulle province.

TRA BERLUSCONI E BOSSI ADESSO COSA SUCCEDE



Il voto alla Camera di ieri che autorizza l'arresto del deputato pidiellino Alfonso Papa (e quello al Senato che nega le manette per il democrati­co Alberto Tedesco) dimostra alcune cose. La prima: anche dentro la maggioranza il Pdl è l'unico partito garantista, così come da patto con gli elettori. La seconda: nella Lega non comanda più Umberto Bossi, che sul caso in questione aveva sbandato più volte ma alla fine aveva lasciato intendere di voler sta­re in carreggiata, sia pure in modo ambiguo e pastic­ciato. La terza: giunge a un bivio pericoloso la lunga marcia comune tra Silvio Berlusconi e Umberto Bos­si, un patto di reciproca assistenza che, a volte turan­dosi il naso, ha permesso di governare e impedire che il Paese finisse in mano a una alleanza catto-co­munista. La quarta: la sinistra ha perso ogni credibili­tà, votando contro Papa alla Camera e a favore del suo Tedesco al senato. Cosa da veri cialtroni.

BERLUSCONI SCUOTE IL PDL: VINCEREMO NEL 2013


Venti mesi per rilanciare il partito . Venti mesi per un lavoro capillare sul territorio anche nelle scuole e nelle università, per i congressi e soprattutto
per le riforme che fino ad orasono rimasteingolfate in Parlamento.

Il Pdl può tornare a vincere nel 2013, Silvio Berlusconi ne è convinto, promette di impegnarsi in prima persona per centrare di nuovo il bersaglio e sprona anche i suoi a crederci nella riunione convocata a Palazzo Grazioli con i coordinatori regionali
alla quale hanno preso parte, oltre al segretario del Pid,il Guardasigilli Angelino Aliano, pure i coordinatori nazionali Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi.

mercoledì 20 luglio 2011

PAPA, CHI VOTATO ARRESTO ASSUME RESPONSABILITA'POLITICHE



'E' una decisione che io accetto con serenita'. Le responsabilita' politiche di questo gesto se le assume chi le ha prese'. Lo dice il deputato del Pdl Alfonso Papa, lasciando Montecitorio dopo il voto favorevole al suo arresto. 'Qualcuno oggi - sottolinea - ha ritenuto di prendere la via piu' comoda, piu' facile, con un voto condizionato da valutazioni politiche: come stanno le cose si vedra' nel tempo'.
'Io portero' avanti la mia battaglia in tutte le sedi - afferma il parlamentare coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P4 - Mi difendero' come sto continuando a fare. Poi le scelte della politica competono alla politica, non a me'.

IL VOTO SU PAPA METTE KO BOSSI, ORMAI INCAPACE DI GOVERNARE LA SUA LEGA. TRA I LUMBARD VINCE L'ALA MARONIANA.




I MARONIANI MOSTRANO I MUSCOLI NEL VOTO SULL'ARRESTO DI PAPA E DIMOSTRA CHE NON E' PIU' BOSSI A "GOVERNARE" LA LEGA.

"La politica italiana, dopo la giornata di oggi, non sara' piu' la stessa, ma a cambiare definitivamente i connotati sara' d'ora in avanti anche la Lega Nord: la presenza in Aula alla Camera di Roberto Maroni ha condizionato il voto del Carroccio, e per il "cerchio magico" di Umberto Bossi c'e' ormai solo da suonare il requiem aeternam". A sostenerlo e' Nino Lo Presti, deputato di Futuro e liberta', in relazione al si' alla richiesta di arresto, oggi in Aula alla Camera, per il deputato del Pdl Alfonso Papa.

BERLUSCONI: OK PRIMARIE, MA SI CHIAMERANNO ELEZIONI POPOLARI



Primarie? No grazie, le consultazioni del Pdl si chiameranno "elezioni popolari" e saranno aperte solo agli iscritti al partito. Silvio Berlusconi, incontrando i coordinatori regionali del partito a palazzo Grazioli, svela il nome delle consultazioni targate via dell'Umilta'.
Secondo quanto riferisce uno dei presenti al termine della riunione, Berlusconi ha spiegato che il tesseramento del partito andra' avanti fino a dicembre. Una volta chiuso, via ai congressi provinciali e regionali. I candidati saranno scelti appunto tramite "elezioni popolari", le primarie che in Italia sono state importate dal centrosinistra. A settembre, si e' impegnato poi Angelino Alfano, il neosegretario del Pdl presentera' un regolamento del partito in materia.

ALFANO, A FINE NOVEMBRE ELECTION DAY PER ELEGGERE COORDINATORI PROVINCIALI


A fine novembre un 'election day' per eleggere gli oltre 100 coordinatori provinciali. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai coordinatori regionali riuniti a Palazzo Grazioli, ha lanciato la proposta di indire per fine novembre un 'election day' in ogni provincia per far eleggere dalla base i coordinatori provinciali del partito. Secondo quanto si apprende, sarebbe stato il premier Silvio Berlusconi a suggerire il periodo di fine novembre.

domenica 17 luglio 2011

LA VIA POPULISTA ALLE RIFORME. L'editoriale di Paolo Macry




Sulla destra regionale si abbatte una grandinata fuori stagione. Dopo Cosentino, finiscono nelle inchieste dei pm e sulle prime pagine dei giornali Alberico Gambino e Alfonso Papa, Luigi Cesaro e Marco Milanese. E, al di là della doverosa presunzione d`innocenza, la via giudiziaria non sembra dilagare
per caso. Quel che, in realtà, la destra paga è il conto salatìssimo
della propria debolezza egemonica, del suo isolamento culturale e della (conseguente) reticenza a governare.