giovedì 15 dicembre 2011

COSENTINO IN GIUNTA AUTORIZZAZIONI: VERSO DI ME PREGIUDIZIO.

Nell'inchiesta della magistratura napoletana che ha portato alla richiesta di arresto di Nicola Cosentino per legami con la camorra, "il quadro degli errori mette davvero paura". Lo dice lo stesso deputato del Pdl, nella memoria presentata in giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio. Un quadro, ha aggiunto, che "legittima la sensazione di trovarsi al centro di una vicenda percepita e proposta secondo logiche di pregiudizio".




Cosentino, coordinatore regionale del Pdl in Campania, chiede alla giunta per le autorizzazioni di "negare la richiesta" di arresto avanzata dai pm.




Dopo la deposizione di Cosentino, la seduta della giunta è stata sospesa per consentire ai deputati di partecipare al dibattito sulla fiducia alla manovra economica in aula. La seduta riprenderà dopo che il governo avrà posto la questione di fiducia sulla finanziaria."Evidentemente - argomenta il deputato del Pdl nella sua memoria di 20 pagine - secondo perverse logiche di inversione degli oneri probatori, quelle che sono le premesse giuridiche e di fatto per l'elevazione di contestazioni qui non sono apparse necessarie".Cosentino sostiene che "sul dolo dei singoli reati che mi vengono attribuiti e sul dolo di concorso che mi legherebbe a ciascuno di essi nessun inquirente si è mai preoccupato di svolgere alcuna esplorazione investigativa. Eppure si trattava di elementi essenziali per la configurabilità del reato e per la sua predicabilità in termini di gravità giudiziaria, indispensabile pe rla restrizione della libertà personale".


Cosentino insiste sulla tesi secondo cui "la asserita mia contiguità al clan dei casalesi viene 'documentata' spendendo solo le dichiarazioni accusatorie rese nei miei confronti, ma (volutamente o meno; per selezioni a valle o per difetto di trasmissione a monte) ignorando i contenuti, essi sì documentali, delle difese già svolte e a conoscenza della Procura". Ai pm l'ex sottosegretario contesta il fatto che "il mio comportamento apparentemente 'neutro' viene colorato di mafiosità sul presupposto, francamente incivile e inaccettabile che io 'non potessi non sapere' o che obbligatoriamente ogni mio atto o comportamento per quanto lecito, debba diventare illecito per ragioni di provenienza". La magistratura, continua nella memoria depositata in giunta, non ha cercato "la benchè minima dimostrazione di una mia consapevolezza e volontà".


Nell'ordinanza ci sono "sottovalutazioni", non ci sono contestazioni "fattuali", si interpretano fatti leciti in chiave di illecito, incorrendo in un "triplice evidentissimo errore". E' "l'epifania dell'errore o del pregiudizio", sottolinea il parlamentare.L'interpretazione degli inquirenti, sostiene il deputato, si "fonda non su di un mio 'fare' ma su di un mio presunto 'essere' referente politico del clan" dei casalesi. E questo consente al giudice di "attribuire e riconoscere rilevanza penale in comportamenti che, da chiunque altro - non gravato dal pregiudizio che mi circonda - adottati, non raggiungerebbero la soglia della penalita'". Non solo per sostenere l'illecito "impiega criteri di criminalizzazione per territorio: chi nasce a Casal di Principe ed in quel territorio esprime la propria attivita' politica, deve essere un politico necessariamente colluso con la camorra". Perche' si sa - attacca Cosentino - che ogni persona che fa politica in quei territori deve essere collusa col clan dei casalesi...". Infine si asseconda "logiche di collusione da 'contatto familiare' incredibilmente valorizzando relazioni parentali, piu' o meno larghe ma sempre del tutto prive di significativita' indiziaria".

2 commenti:

  1. ONOREVOLE SIAMO TUTTI CON LEI

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  2. SOLO CHI NON LA CONOSCE PUO CREDERE ALLE BOIATE CHE STANNO DICENDO. CHI ALMENO UNA VOLTA NELLA SUA VITA HA AVUTO IL PIACERE DI POTER PARLARE CON LEWI, SA CHE LEI E PERSONA LEALE, CORRETTA, GIUSTA, UMILE, PERBENE, MA SOPRATTUTTO UMANO.

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